venerdì 15 ottobre 2010

Peter Hammill - And close as this (1986)

L'uomo da solo, con le tastiere, a creare 8 saggi di maturità, alla soglia dei 40 anni. And close as this fu l'intro della collana "dischi in perfetta solitudine", filone in cui si ritroverà molto spesso da metà anni '90 in avanti. Ed è spesso segno della qualità del songwriting, che viene esaltato in piena regola dalla nudità estrema.
Ed è soprattutto l'ambiente che adotterà per i suoi live, pervenendo al capolavoro Typical qualche anno dopo (data di esecuzione). Con questi 8 saggi PH continua ad esplorare i subconsci della sua arte sublime: ovviamente l'impianto rende tutto molto soft, ma le inquietudini di rigore non mancano mai.
Innanzitutto, la meraviglia di Too many of my yesterdays, uno dei vertici della produzione globale, su cui non c'è bisogno di dire molto. Le arie più serene appartengono a Faith, Beside the one you love, Sleep now. Le teatralità oscure di Empire of delights, Other old clitches. La frizzante Confidence è una mini-operetta con tanto di synth. Silver è un altro vertice di imponenza, lunga ed articolata escursione in cui l'uomo sale con la voce fino a ruggire gagliardo, che potrebbe anche essere sbucata fuori dalle pietre miliari del 1973-1974.
In definitiva, il miglior disco degli anni '80 del maestro.

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