lunedì 4 ottobre 2010

Grateful Dead - Anthem of the sun (1968)

Ancor più di Live/Dead, il secondo albo dei GD contribuì a settare una volta per tutte le coordinate del suono west-coastiano allo stesso modo in cui nello stesso anno lo facevano i grandissimi Quicksilver di Happy Trails o i Jefferson Airplane di After bathing at Baxter's. Lunghissimo ed articolato, Anthem è in parte di studio e in altra dal vivo, ed ha una caratteristica costante che lo differenzia dagli altri dischi dei primi anni: non c'è nulla di folk o country, componente che mi ha sempre sinceramente annoiato (e dominante in American beauty e Workingman's dead) e che credo sia invecchiata molto di più rispetto alle jams saltellanti, vivaci e sballate qui presenti.
In cui la chitarra acrobatica di Garcia è soltanto la punta dell'iceberg; il vortice impetuoso di orchestrazioni è un impasto di coesione perfetta. Diventa complicato discernere i titoli in elenco, vista la soluzione di continuità delle jams che si estendono lunghissime ma mai estenuanti. Sicuramente il lato live aumenta la torrenzialità delle esecuzioni, con un climax viscerale in Alligator, 18 minuti in cui una inusitata variante jazz sopravanza frenetica (merito soprattuto del tentacolare batterista Kreutzmann) proseguendo con Caution e fino a polverizzarsi nel classico incubo di Feedback, un urlo di trip andato a male nella notte.
Inno al sole cocente della California, ad una psichedelia diversa. Autonoma.

10 commenti:

  1. Miti. 'Alligator' fa paura, soprattutto nella versione espansa del Live/Dead.

    I due dischi country-roots rendono meglio dal vivo (tanto per cambiare con Garcia & Co ;) ), e credo che Workingman's Dead rimanga un ottimo album. Però condivido in pieno, i Grateful Dead sono ascesi all'empireo grazie a quello che realizzarono pre-svolta roots.

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  2. Quando mi sono ascoltato la discografia dei Dead (fino a metà anni '70) i dischi country non sono riuscito neanche ad arrivare in fondo, tanto li trovo terribilmente noiosi e scontati.

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  3. I Dead li ho sempre trovati profondamente noiosi, al contrario dei Jefferson Airplane.
    A parte "Dark Star" su Live/Dead.

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  4. Beh, Feedback fu un bell'esperimento, più o meno contemporaneo ai Velvet Underground. Però il 90% della discografia che ho sentito di loro in effeti è davvero estenuante. Forse occorre essere dopati per apprezzarla meglio

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  5. Beh, i Dead più che ai Jefferson Airplane (vicini ad un'idea di forma canzone, anche dal vivo), li accosterei ai Quicksilver (per rimanere tra i gruppi di acid-rock tendenti alla dilatazione più noti, altrimenti ce ne sono a bizzeffe di misconosciuti e meritevoli).

    Più che Live/Dead io ne consiglierei la versione integrale, con la già citata Alligator, ma anche con una Morning Dew espansa e da urlo e una Good morning little schoolgirl che è tutta un pigro blues acido.
    Mi piacciono molto anche il Live From the Vaults Pt.3 (1977) e quello egiptico del 1978: sebbene non fosse ovviamente la stessa band, dal vivo erano sempre meravigliosi.

    @ Webbaticy: estenuante, può darsi; ma se sei infoiato di quei suoni, i Dead è difficile scollarseli di dosso (mi è successo circa tre anni fa) ;)

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  6. Il disco che mi infoia veramente, di quella triade, è Happy Trails dei Quicksilver. Quello sì che è un mastodonte di acid-rock, credo sia un capolavoro ineguagliato, se non altro per i numeri acrobatici di Cipollina.

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  7. Fantastico davvero. Lo ascolti la prima volta e dici EH? Poi dal secondo ascolto cominci ad assumere una strana espressione rapita...;)

    Ma il mio disco di culto dell'acid-rock è quello dei C.A. Quintet :)
    http://therisingstorm.net/the-ca-quintet-trip-thru-hell/

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  8. innarrestabile Webb!..Ho messo l' Adsl al Bar..non ho tempo di scrivere, ma almeno ti seguo!...

    La mia migliore formula per i Dead è sigaretta truccata verso sera e Live tra 67 e 70 in cuffia...Un bel viaggietto!
    A presto Webb.

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  9. Carissimo! Non ero preoccupato della tua assenza, tanto sapevo che non sarebbe stato facile per te postare dal bar, io non ce la farei assolutamente.
    Questo live si presta decisamente a certi "trucchi", ma è comunque gradevole a prescindere.
    Il 1° novembre sono a Pisa, sei aperto?

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