martedì 18 ottobre 2011

23 Skidoo - Seven Songs (1982)

Uno dei reperti di post-wave sperimentale di maggior pregio. Seven Songs fu il debutto che nel 2008 ha ottenuto la ristampa ampliata da frattaglie sparse su singoli e compilations dell'epoca, ed era un disco schizofrenico, imprevedibile ed avventuroso.
Kundalini ne è un numero molto calzante: percussioni esotiche su ritmi elettronici, spirali sintetiche, voci marziali, rumorismi assortiti. Poi con Vegas el bandito sembrava che si svelasse la vera identità dei 23 Skidoo, grazie ad un febbrile funk bianco di gran classe, più tardi raddoppiato da Iy e completato dall'irresistibile Last words, che fu anche singolo. Qui si intravede una band sciolta e incalzante, in linea con altre realtà del tempo come A Certain Ratio e Gang Of Four, ed invece......
La vera anima dei 23S era quella dell'avanguardia, di un suono astruso, di una simbologia esoterica. L'allucinato notturno per fiati deliranti di Mary's operation, il lentissimo mostro meccanico di New Testament, l'incubo dark di Porno Base, la giungla satirica di Quiet Pillage.Oltretutto le bonus tracks non hanno proprio nulla da invidiare alla scaletta originale: la nevrosi ritimca di The Gospel Comes To New Guinea arriva a lambire terreni di psichedelia. Tearing Up The Plans forse è il loro capolavoro; inizia con una fase percussiva insistita, poi si ferma tutto in favore di un piano dissonante e di un laconico sax in sottofondo, che poi riparte pachidermico insieme alla serie di tablas e bonghi. Grezza e Geniale.
Chiudono il collage di recitati di Just like everybody e la danza africana di Gregouka, con inquietanti cori gregoriani sullo sfondo.
Difficili e scomposti, ma da recuperare.

2 commenti:

  1. dico solo 3 parole..grandi grandi grandi!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. dico solo tre parole: solo culo amore

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