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Art-math è l'unica definizione che potrei tentare di elaborare per definire il loro sound in due parole, in un disco imprevedibile, pieno di ostacoli, corse e ripartenze, dal tocco unico. Si era alla sublimazione della loro prima brillantissima fase, con la svolta prog-psych appena dietro l'angolo, quindi ancora spigoli vivi (From primadonna to another, Hans Lucas, Jupiter and io), Key e Lowe protagonisti assoluti della scena a fare pirotecnie (ovunque, ma citerei in particolare Dialed in, Missouri kids cuss) , raffinatezze stilistiche strategicamente piazzate (Super illuminary, Sort of is a country in love, Exploration vs. solution, baby), a confermare quanto di ottimo era già stato espresso con i precedenti 1975-77-78 e lo split con i Gogogo Airheart.
Ciò che un po' mi dispiace è vedere che la stampa non li ha valutati mai troppo bene, ma capisco che si poteva anche intravedere un pelo di quella autoindulgenza che è tipica di chi sa suonare alla grande e lo sa fin troppo bene. Poi è chiaro che sono stati dimenticati un po' da tutti all'indomani dello scioglimento, e ciò che non ho mai capito io è stato quell'accomunarli ad altri nomi che secondo me non c'entravano e che tendeva a sminuirli.
Al di là di tutto questo, Critical band per me resta un magnetico capolavoro di unicità espressiva.
Meraviglioso!
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