domenica 23 ottobre 2011

90 Day Men - (It (is) It) Critical Band (2000)

Riascoltandolo ad un decennio di distanza, Critical Band alle mie orecchie conserva lo stesso livello di coinvolgimento ed eccitazione. Lo stesso effetto che concordava con orgoglio qualche mese fa in occasione del live dei Disappears il buon Brian Case, che dei 90 Day Men era chitarrista e vocalist principale, di fronte alla mia esternazione.
Art-math è l'unica definizione che potrei tentare di elaborare per definire il loro sound in due parole, in un disco imprevedibile, pieno di ostacoli, corse e ripartenze, dal tocco unico. Si era alla sublimazione della loro prima brillantissima fase, con la svolta prog-psych appena dietro l'angolo, quindi ancora spigoli vivi (From primadonna to another, Hans Lucas, Jupiter and io), Key e Lowe protagonisti assoluti della scena a fare pirotecnie (ovunque, ma citerei in particolare Dialed in, Missouri kids cuss) , raffinatezze stilistiche strategicamente piazzate (Super illuminary, Sort of is a country in love, Exploration vs. solution, baby), a confermare quanto di ottimo era già stato espresso con i precedenti 1975-77-78 e lo split con i Gogogo Airheart.
Ciò che un po' mi dispiace è vedere che la stampa non li ha valutati mai troppo bene, ma capisco che si poteva anche intravedere un pelo di quella autoindulgenza che è tipica di chi sa suonare alla grande e lo sa fin troppo bene. Poi è chiaro che sono stati dimenticati un po' da tutti all'indomani dello scioglimento, e ciò che non ho mai capito io è stato quell'accomunarli ad altri nomi che secondo me non c'entravano e che tendeva a sminuirli.
Al di là di tutto questo, Critical band per me resta un magnetico capolavoro di unicità espressiva.

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