Progetto one-shot nell'ambito di una collana della Southern, la Latitudes, del valentissimo bassista Burns dei Red Sparowes insieme ad un ex-chitarrista degli stessi, Graham, da lì in poi dimissionario ed impegnato nei super-apocalittici A Storm Of Light.
Una serie che sembra la miniatura della Into the fishtank che l'olandese Konkurrent promuoveva a fine anni '90. Agli artisti viene concesso un-giorno-uno di studio per registrare qualsiasi cosa, ed obiettivamente non si potrà pretendere di scovarvi dei capolavori all'interno, vista la ristrettezza della situazione.
Comunque, i due mettono in scena un Requiem di grande impatto, ispirato ad un ipotetica rielaborazione della soundtrack di Shining (intenzione verificata da uno dei titoli con cui viene divisa la scaletta, I seek to kill my son). Una suite di 25 minuti che galleggia senza ritmo in un desolante panorama di catastrofe imminente. Le similitudini con i magici Red Sparowes non tardano a farsi sentire, specialmente in alcune linee chitarristiche o nel distintivo, pulsantissimo stile bassistico di Burns. E' comunque un punto di partenza per lo svilupparsi del tema, disturbato da elevate interferenze rumoristiche che deturpano lo sconfinato ambiente, che come detto è privo di ritmo e quindi si stacca dai trademark abituali per costruire un lavoro suggestivo.
Forse non necessariamente funzionale ad un film o ad un documentario, ma con così poco tempo a disposizione direi che non sarebbe stato lecito chiedere di più.
Una serie che sembra la miniatura della Into the fishtank che l'olandese Konkurrent promuoveva a fine anni '90. Agli artisti viene concesso un-giorno-uno di studio per registrare qualsiasi cosa, ed obiettivamente non si potrà pretendere di scovarvi dei capolavori all'interno, vista la ristrettezza della situazione.
Comunque, i due mettono in scena un Requiem di grande impatto, ispirato ad un ipotetica rielaborazione della soundtrack di Shining (intenzione verificata da uno dei titoli con cui viene divisa la scaletta, I seek to kill my son). Una suite di 25 minuti che galleggia senza ritmo in un desolante panorama di catastrofe imminente. Le similitudini con i magici Red Sparowes non tardano a farsi sentire, specialmente in alcune linee chitarristiche o nel distintivo, pulsantissimo stile bassistico di Burns. E' comunque un punto di partenza per lo svilupparsi del tema, disturbato da elevate interferenze rumoristiche che deturpano lo sconfinato ambiente, che come detto è privo di ritmo e quindi si stacca dai trademark abituali per costruire un lavoro suggestivo.
Forse non necessariamente funzionale ad un film o ad un documentario, ma con così poco tempo a disposizione direi che non sarebbe stato lecito chiedere di più.
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