lunedì 10 ottobre 2011

Zoogz Rift - Nonentity (1988)

Brutto però, che si viene a conoscere un artista solo perchè è morto. Uno che fra l'altro negli anni '80 incideva su SST, e per sbarcare il lunario si era buttato nel mondo del wrestling fino a diventare vice-presidente di una federazione.
Zoogz Ciccio Rift era un mattacchione dallo stile tutto suo. Fra i 4-5 dischi che ho sentito prediligo questo per via di un paio di collages dell'assurdo da lasciare di stucco. Rispetto ai primi, in cui l'approccio ridanciano da cartone animato prevaricava le ambizioni avanguardistiche, Nonentity è anche un valido compromesso fra accessibilità e velleità demenziali.
A chi sarebbe mai venuto di riempire un terzo della scaletta con ben 3 cover tratte da Look at the fool di Tim Buckley? Un gesto folle e incomprensibile, visto anche che si trattava del disco unanimemente riconosciuto come il mediocre per eccellenza del grandissimo. Ciccio ne manteneva la radice soul-funk ma la arrugginiva con la sua voce sardonica e lo stile ruvido del gruppo di accompagnamento, che comprendeva un fisarmonicista e un poli-fiatista, spesso irresistibile alla tuba.
A fronte di pezzi da vaudeville sfrontata e caramellosa come Chromium slit negatives e When my ship rolls in, c'è un paio di minuti vorticosi ed irresistibili dello strumentale Locked out e i quasi 9 di dadaismo-blues dell'iniziale Delinquent payments. Ma sopratutto ci sono i 2 colossi di cui sopra, e anche se la firma è del leader occorre dare tutto il tributo possibile ai geniali compagni, determinanti nel risultato finale.
With my bare hands ripristinava il concetto di jam improvvisativa in un epoca in cui era decisamente fuori moda, con assoli di fuoco di Ciccio all'elettrica. Un esercizio magistrale di nonsense messo a fuoco alla perfezione.
Che viene rilanciato e iperamplificato in trionfo dai 22 minuti di The Enigmatic Embrocation Of Mrs. Compost Heap, montaggio assurdo e dissonante di marcette circensi, allucinazioni di synth, borbottii scomposti di tuba, velocizzazioni art-core, e chi più ne ha ne metta. Uno spettacolo che è sufficente a valorizzare il disco e il personaggio, anche se in chiave postuma.

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