martedì 4 ottobre 2011

Richard Youngs - The naive shaman (2005)

Artista inglese che da oltre vent'anni propone un miscuglio abbastanza personale di folk, psichedelia e minimalismo. Nel momento in cui veniva osannato da Blow Up ho cercato di ascoltare qualcosa ma la sua terribile prolificità mi ha spaventato e allora mi sono avvicinato a quello di cui si parlava meglio, ovvero questo The naive shaman.Ora è chiaro che dovrei riprovare con altro, ma sinceramente quando il primo approccio non va tanto bene tendo a diffidare, specialmente se è indicato come uno dei migliori. Il problema di questo disco è che, nonostante le sonorità alquanto interessanti, è di una noia scoraggiante. Trattasi di 5 lunghe tracce ipnotiche per droni, chitarre manipolate e litanie vocali in soluzione di continuità. Già la voce di Youngs non è esattamente di quelle memorabili, e le melodie non sono sufficentemente affascinanti per farsi ricordare nonostante il martello minimale.
Evidentemente devo aver sbagliato titolo, e mi occorrerebbe una dritta differente.

5 commenti:

  1. Ascoltai un paio di anni fa Beyond the valley of ultrahits e non mi dispiacque affatto. Tutte canzoni di tre minuti e via. Se le avesse cantate Wyatt il CD sarebbes stato un piccolo capolavoro.

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  2. Beyond the valley of ultrahits, di due-tre anni fa. Canzoni di tre minuti e via.

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  3. Ho provato ad ascoltare il cd consigliato da Vlad Tepes, ma la voce del tipo è davvero troppo scarsa, e le canzoncine innocue del disco non sarebbe riuscita a rivalutarle neppure la voce di Wyatt.
    Scarso anzichenò, delete.

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  4. alle fatto la puzzetta?

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  5. Banniamo pure Riccardino così impara ad alluvionarci di CD con la sua vocetta insipida.

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