Mossa astuta ed intelligente, quella dei marchigiani Esdem: offrire un proprio sample di 8 pezzi a tutti gli acquirenti di un Blow Up di qualche mese fa. Operazione a fondo perduto che però di sicuro li ha fatti guadagnare in visibilità. Di certo li andrò a vedere se capiteranno dalle mie parti.
L'EP A latex society è indicativo e provoca un fremito con l'iniziale, splendido quadro di spleen solenne della title-track. A vederli nelle foto non sembrano proprio dei giovanissimi, e guardacaso odo un retroterra tardo '90 nel loro sound, che molto ben prodotto si agita fra elettronica ed isolazionismo post-rock, o sul trip-hop come nella robusta Doctor. Tant'è che il primo nome ingombrante che mi viene in mente ascoltandoli è quello dei Radiohead di inizio millennio (il pattern digitale ritmico di Me suffering è quasi uguale a quello di Pulk-Pull Revolving Doors), per l'ossessività e il senso di mistero. Escludendo la voce di Ricci, che invece resta un soffio timido.L'estratto di 4 pezzi dall'album You can't talk about indie-rock invece li vede in veste quasi intimistica, vista la maggior assenza di ritmi e le lenzuolate di synth che dronano incontrastate. Un filo meno interessante della prima metà, ma nulla che infici la volontà di seguirli prossimamente.
:-o Marchigiani??
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