sabato 8 settembre 2012

Roger Eno & Peter Hammill - The appointed hour (1999)


La trovata sa un po' di arty-snob, almeno a livello superficiale. La realtà è che quando di mezzo c'è PH per me è sempre tutto oro ciò che luccica. E qui il metallo è prezioso.
Ad ogni modo, la storia è questa: alle 13 del 1° aprile 1999, Eno ed Hammill iniziano a jammare in solitudine in due studi lontani, senza poter comunicare, probabilmente accordatisi soltanto sulla tonica principale da tenere e su qualche struttura esecutiva, per un'ora esatta. Esperimento ardito e con alte possibilità di produrre un pastone informe, ma i due sulla copertina giurano fieramente di non aver aggiunto nessun overdub. Il lavoro è stato assemblato unicamente per sottrazione, vien da pensare: sono stati tagliati i momenti in cui la fusione non funzionava, ed oltretutto alcune dissonanze sono state mantenute.
E' un'ora seria, l'appointed. Non è molto happy ed è oscura, misteriosa, fascinosa. Non conosco la musica di Roger Eno ma le sue pennellate impressionistiche si impastano bene col dna di PH, che periodicamente imbraccia l'elettrica e libera svisate psichedeliche che riportano ai fasti di Modern, anno di grazia 1974.
Il risultato è una soundtrack fosca, dominata da piano e tastiere atmosferiche, con momenti di assoluto splendore (Fools su tutti), che non risente dell'assenza vocale nè di ritmo alcuno. Non rinuncia alla melodia, ma non è ambientale, preoccupa e fa meditare ma sa anche scaldare.
Bellissimo.

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