lunedì 17 settembre 2012

Fennesz - Endless Summer (2001)


Definì una nuova estetica, una bellezza sporca che a distanza di diec'anni fa ancora impressione. Il chitarrismo elettronico futurista di Fennesz (e quando mai era successo che un'austriaco salisse in questo modo alla ribalta musicale nell'ultimo secolo??) nell'estate infinita toccava il suo massimo splendore.
Il disco che folgorò David Sylvian, tanto per dirne una. Posso immaginare i pezzi in primis che toccarono profondamente il lord: Shisheido, A year in a minute, Caecilia, Endless summer.
In realtà ho soltanto nominato i miei preferiti. Quella di Fennesz è un'arte composita, che opera per scomposizioni e ricostruzioni e che scava nella mente. Ma a differenza di una miriade di compositori elettronici (a volerlo inserire a forza in una categoria), sa anche procurare emozioni fortissime.

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