3/5 dei Red Sparowes formano i Marriages: la grande sezione ritmica (Burns e Clifford) + la chitarrista Rundle che per l'occasione diventa anche vocalist.
L'attività del trio sembra infittirsi, con mio rammarico in quanto chissà quanto dovrò aspettare per un nuovo RS, e poi perchè non è che Kitsune mi abbia tanto impressionato: i tre si spostano lateralmente (per non dire indietreggiano) verso un post-shoegaze piuttosto debitore agli Slowdive (Body of shape, Ten tiny fingers, Part the dark again) al quale non basta la qualità tecnica intrinseca per strappare un tiepido entusiasmo. Oltretutto, la voce della Rundle è un po' scarsina per affrontare l'impatto, e per una questione che non credo sia di mixaggio. Si salva un po' l'iniziale Ride in my place, mentre sono un mezzo disastro i due strumentali (Pelt e White Shape) che sembrano troppo delle prove di studio per essere pezzi destinati ad un disco, da tanto che sono piatti.
Deludenti; per il pedigree mi aspettavo molto di più.
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