sabato 20 aprile 2013

Mi Ami - Watersports (2009)

C'è ancora spazio per le brillanti mutazioni genetiche del post-wave-funk alienato, anche quando ormai le pagine migliori dei Liars sono un mero ricordo. I Mi Ami di Washington provengono per 2/3 dai Black Dice, che una decina d'anni fa su Dischord tentavano di dire la loro in merito, per la verità senza risultati eclatanti.
Buona la seconda; Watersports è un centro a tutti gli effetti, un colpo alle anche di chi apprezza ancora questi ritmi. Ogni singola caratteristica del trio è interessante: il chitarrista suona nevrastenico ma soprattutto delira con un falsetto isterico sopra le righe (che al primo ascolto mi sembrava quasi femminile), il basso suona molto riverberato (in netto contrasto al tipico secco e spigoloso del post-wave) ed arzigogolato, il batterista indugia moltissimo sui tom, dando una specie di tocco tribale che ci sta divinamente.
Il risultato è un disco che sembra provenire da una foresta elettrificata, che lascia per strada il suo retroterra metropolitano e trasporta in una madhouse isolata da ogni scena, nonostante le indubbie radici. Originali.

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