domenica 14 aprile 2013

Meanwhile, Back In Communist Russia - Peel Sessions 2001-2003

Due sessioni registrate a Maida Vale (nessuna traccia in rete della terza, registrata nell'autunno 2001 alla Birm Academy, ma accontentiamoci!) per il buon vecchio John che evidentemente era rimasto colpito dalle capacità di questo grandissimo quintetto di Oxford, meteora luminosa di inizio anni '00 che aveva le potenzialità per continuare a fare cose fantastiche oltre i due album pubblicati ma si sfaldò, vittima dei propri dissidi.
Riassumendo, i Meanwhile furono in grado di eguagliare l'arte insuperata degli Arab Strap nel saper creare stupendi scenari evocativi pregni di spleen contornandoli di un recitato ad alto contenuto esistenziale (con la differenza che alla voce c'era una lady), ma avevano una strumentazione più piena ed una componente squisitamente elettronica non marginale nell'impianto.
5 pezzi per la prima session, contemporanea al debutto Indian Ink: trittico da meraviglie per Acid Drops (rasoiate di synth, bordoni di organo, chitarra acide in crescendo), Blind spot (atmosferico che evolve in un ritmo quasi techno con chitarroni in your face), e soprattutto Delay decay attack, con un infinita melodia da far morire d'invidia Thom Yorke. Chiudono due doom-folk in pieno stile arabstrapiano, Sacred mountain e l'inedita Ode.
La session del 2003 li vede addirittura crescere dal punto di vista lirico; la cinematica magia di Anatomies e la mogwaiana serafica di Chinese lantern sono gli estratti dal secondo appena uscito, gli altri due sono addirittura inediti, e sono clamorosi: Cats cradle, probabilmente il loro capolavoro assoluto, di una solennità ed imponenza da brividi. Rosary è la loro mini-sinfonia alla cupezza ed alla introspezione.
Indimenticabili. Ingiustizia fu fatta.


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