Da Madrid, una delle rare realtà iberiche ad uscire a livello internazionale. Il loro terzo disco, Arde, fu ristampato da Sub Pop; tutto il loro catalogo fu editato da Acuarela, sicuramente la più prestigiosa label spagnola che ha annoverato numerose uscite di artisti folk-rock (e non solo) da tutto il mondo.
Sull'onda dell'entusiasmo di Arde, Restos fu una specie di presentazione al pubblico anglosassone; pezzi dei precedenti album vennero ripresi e riarrangiati, con liriche in inglese. Musicalmente i Migala erano fautori di un compassato folk-rock dai toni crooneristici (l'influenza maggiore sembra derivare dai Tindersticks, pur con meno prosopopea), con qualche puntata chitarristica loud, fuori dal coro, come nell'ottimo strumentale d'avvio La cancion de gurb.
Che fa il paio con Aquel incendio, fragorosa incursione nel mondo dell'epic-instru. Sono due episodi limite, però: la stragrande maggioranza del disco verte su questo cantautorato sostanzialmente educato, con una voce profonda che non si sbilancia mai, e che soprattutto non regala grosse emozioni. Anzi, a lungo andare annoia e mi fa pensare ai Migala come gruppo di categoria largamente inferiore (e per favore non si facciano paragoni oltremodo azzardati).....
Nessun commento:
Posta un commento