Elettro-acustica oscura ed inquietante per il debutto sulla lunga distanza del duo londinese, che trova una via abbastanza originale all'industrial più meditato degli anni '80 e alla dark-ambient sfuggendo entrambe le catalogazioni con una abilità non indifferente. Isolazionismo, si sarebbe detto più di un decennio fa, ma vivo e pulsante anche per via delle sorde percussioni che ammantano un po' tutto il disco.
Davvero degne di attenzione tracce come The last foundry e The drimming of road and rights, che esemplificano perfettamente il Raime-sound: battito indefesso ed irregolare, glitches sparsi, synth profondissimi e qualche sample in sottofondo. Nulla di copernicano, certo, ma che catalizza l'ascolto quanto basta. Magari, in un prossimo disco, un po' più di dinamismo sarebbe augurabile.
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