sabato 13 agosto 2016

Gentle Giant ‎– Free Hand (1975)

Non mi ero mai interessato alla seconda fase dei GG fino a quando non lessi una monografia molto esaustiva su BU, forse un filino partigiana, la quale asseriva che il miglior disco degli 11 fosse Free Hand.
Non li ascolto da così tanto tempo che non mi ricordo neanche Octopus, ma come si può essere così smemorati?
Eppure, nel 1975 si era in una fase di transizione drammatica per il prog. C'era chi lasciava, chi raddoppiava, chi si svendeva e chi cercava strade diverse. I Gentle Giant di Free Hand forse non facevano parte di nessuna di queste categorie; semplicemente cercavano di affinare il loro stile, semmai con melodie più nitide e comunque preziose (His last voyage forse la più bella e cristallina, ma anche la memorabile giga corale di On reflection), qualche riff fragoroso (in vago stile ultimi Family), le loro inconfondibili piroette tecniche fra jazz e musica ispirata al Rinascimento. Come ha scritto Piero, il loro disco medioevale. Una scoperta piacevolissima, al punto da costringermi a scandagliare anche i successivi. Gentilissimi.

1 commento:

  1. cheers for the gentle giant! my dad'll love to hear this after all these years.

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