Non è che l'equazione "disco registrato da Albini" = "disco di qualità garantita" sia assoluta e/o matematica nè frutto di mera sudditanza psicologica; dato per scontato che sia impossibile averli sentiti tutti (a meno di essere un fan terminale dell'occhialuto), il fatto che capiti nella maggior parte dei casi che passano dalle orecchie fa venire il sospetto che sia molto vicino alla realtà, però.
Il caso dei canadesi Ken Mode si ricollega a quello avvenuto pochi anni fa ai Cloud Nothings: gruppo già avviato con uno stile discretamente personale, con la possibilità di farsi un pubblico, ad un certo punto sente il bisogno di guardare indietro a 2 decenni fa ed ispirarsi a quelle sonorità, e per farsi assistere si rivolge ad una delle massime icone dell'epoca. Che inevitabilmente non fallisce e posa i microfoni a modo suo.
Con alle spalle già una manciata di dischi in stile improntata al post-hardcore ai limiti del metal, per i KM è stata una bella scommessa, ed infatti ho letto recensioni un po' contraddette sui siti più settoriali. Success esplode la sua potenza impressionante con una miscela che rimbomba fra Unsane, Jesus Lizard ed un tornado rabbioso e schiumante di energia. L'entusiasmo è di poco inferiore a quello che mi diedero i Pissed Jeans nel 2007. Il noise-rock è duro a morire.
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