domenica 3 aprile 2011

Plagal Grind - Plagal Grind (1990)

Una specie di supergruppo da quella anomalia che era la Nuova Zelanda degli anni 80, ricca di peculiari agitatori come le due menti del progetto, ovvero il cantautore Galbraith e il grande Peter Jefferies, in veste di batterista, integrati da Mitchell e Muir.
Non sono un conoscitore di Galbraith (mi perderò qualcosa di importante??), ma le premesse di PG, unico parto nella breve vita del progetto, erano interessanti. Un sound fortemente elettrico che è intriso di sydbarrettianesimo fino al midollo, specie nel cantato. Selve intricate di chitarre psichedeliche, songwriting spezzato fatto di stop improvvisi e deliqui sballati (Yes jazz cactus), psicodrammi (Marquesite Lace), ma che contiene anche la mano pesante di Jefferies nell'esperimento di Midnight blue vision. Ottimo il risultato quando presumo che i partner siano riusciti a fondersi (l'ottima progressione di Receivorship, la cavalcata psycho-wave di Blackout).L'unico neo è l'eccessiva bassa fedeltà della registrazione, davvero povera.

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