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Ed in effetti non si può non ammettere che in questo gran caldo siano riposte gran belle composizioni. Can't stop the show, altalena di stati d'animo opposti all'interno di un breve circuito, è la mia preferita insieme all'energica e variopinta Drive she said. Indimenticabile poi lo strumentale Camouflage, intrisa di western ed enniomorricone fino al midollo. Da non perdere anche il lounge Walkin' home alone, e la giga di steel drums di Twisted.Il tratto fondamentale di Rigdway sta nel saper mischiare le carte, sorprendendo con una brillantezza che non saprà mai più ripetere a questi livelli. L'unica pecca che ha Big Heat, a mio avviso, è di suonare terribilmente anni '80, infestata di quella produzione tipica del pop del periodo che va a cozzare contro la qualità dei pezzi. Pensandoci bene, dopo lo sconcerto iniziale che mi ha preso ascoltandolo oggi, non è neanche una colpa tanto imputabile; giustamente, dopo l'hit di Mexican Radio, Ridgway aveva anche buone ragioni per cercare il successo.
Però, il finale ridicolo di Rio greyhound di sicuro se lo poteva risparmiare.
album me-ra-vi-glio-so! e francamente gli anni '80 mi sembrano un valore aggiunto in questo disco. grazie per averlo rispolverato. un saluto.
RispondiEliminagianni
gran disco..adoravo wall of voodoo ma la carriera solista di stan è stata pure meglio..ciao carissimo
RispondiEliminaCiao Brazzzz, come ti va? Secondo me invece i primi due dei WOV erano tranquillamente a questo livello, mentre i suoi successivi...mah!
RispondiEliminaCiao Gianni, il mio pensiero equivale a: come sarebbe stato questo gran disco con una produzione meno "laccata", più "spartana" ?