Dignitoso quartetto genovese che, forse per primo con una certa rilevanza nello stivale, ha saputo assimilare e riproporre certe tendenze del post-ambient-elettronico. Flares, il debutto, è un concentrato etereo di atmosfere soffuse e vaporose, che richiama tante cose ma che sa catalizzare l'ascolto e cullare su soundscapes a temperatura medio-bassa.
Certo, non si tratta di una rivoluzione copernicana. Partono dalle derive più morbide degli Slowdive, passano attraverso i Mogwai più pastorali, richiamano epicamente persino alcune intuizioni strumentali degli Arab Strap.
Ci vuole qualche ascolto per entrare nell'ottica di Flares, che senza tanti scossoni si dirige a ritmi lentissimi verso una meta paradisiaca, un eden spiritato, un elegia dei sensi.
La simpatia ovviamente è riservata in quanto connazionali, ma sui generis direi che siamo abbondantemente in seconda fascia, a metà classifica.
Certo, non si tratta di una rivoluzione copernicana. Partono dalle derive più morbide degli Slowdive, passano attraverso i Mogwai più pastorali, richiamano epicamente persino alcune intuizioni strumentali degli Arab Strap.
Ci vuole qualche ascolto per entrare nell'ottica di Flares, che senza tanti scossoni si dirige a ritmi lentissimi verso una meta paradisiaca, un eden spiritato, un elegia dei sensi.
La simpatia ovviamente è riservata in quanto connazionali, ma sui generis direi che siamo abbondantemente in seconda fascia, a metà classifica.
Nessun commento:
Posta un commento