sabato 30 aprile 2011

Terry Riley - A rainbow in curved air (1969)

Abbastanza facile capire il perchè questo disco viene considerato la pietra miliare che ha fatto conoscere il minimalismo al mondo, oltre a causa degli svariati tributi (più o meno espliciti) di artisti successivi. E' perchè in fondo non è poi così minimalista...
Si sa che Riley è sempre stato un buontempone, molto distante dalla (presunta) seriosità del musicista d'avanguardia. Se ci si fa caso, nelle foto è sempre molto sorridente, no?
Detto questo, il lato A di Rainbow tiene strettamente fede al suo nome, è una bella tavolozza di pigmenti sonori che lo rendono molto più godibile (nel senso canonico) rispetto alle algide ipnosi che il minimalismo più rigido sapeva suggestionare. Ok, la tonalità di base resta la stessa per 19 minuti, ma c'è l'intercalare di figure fantasiose di organo ed altre tastiere, ci sono percussioni in lontananza nella seconda metà, gli svolazzi di Riley sono davvero un gran bel sentire ed influenzeranno non poco anche gli sperimentatori tedeschi del decennio a venire.
Sul lato B, invece, c'è il vero capolavoro, la suite ambientale di Poppy nogood & the phantom band. Anche qui la tonalità del drone è perenne, ma soprattutto ci sono i sassofoni estatici a far levitare le orecchie e a far frullare il cervello.
E a far curvare, per l'appunto, l'aria circostante.

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