Uno dei vertici di Sam Rosenthal ed il suo gotico ambientale, appartenente alla prima fase più trasognata e solenne, priva delle componenti più dark che saprà sviluppare nelle fasi successive.
Una piccola pattuglia di vocalist si alterna nel corso delle 12 tracce, con la maggioranza assegnata ad Oscar Herrera, forse non dotatissimo ma perfettamente calato nelle atmosfere, che a più riprese denunciano una certa influenza Dead Can Dance. La maestria di Rosenthal comunque si dipana immutata in un rosario caleidoscopico, sempre tendente al nero ma con aperture di grande ispirazione. Certo, le sonorità sono un po' datate, ma la perfezione formale è quasi assoluta.
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