Abbiamo apprezzato la reunion degli Sleep ed anche il ritorno dei Grails, ma senza che neanche ce ne siamo accorti sono ormai sette anni che gli Om non fanno un disco nuovo, così il decennale è l'occasione buona per andare a ripescare il loro massimo capolavoro, quel God Is Good che avevamo potuto saggiare dal vivo pochi mesi dopo l'uscita. Primo disco con il grande Emil Amos e registrato come sempre impeccabilmente da Steve Albini, sorprese in positivo per il parco innesto di nuovi strumenti (chitarra, piano, flauto), contiene la suite definitiva del metal-mantra Thebes, rotolante ed ossessiva, la meditazione Mediation is the practice of death, la Cremation Ghat in due parti, divisa fra freddo dub bianco (con una parte di basso che non credevo Cisneros fosse in grado di elaborare) e splendida aria indiana, con un orchestrazione da brividi (e l'evidente mano di Amos, ormai uno specialista di queste creazioni). Tre anni dopo Advaitic Songs si porterà un po' più in là come ambizione, ma senza la necessaria lucidità per confermarsi a questi livelli.
venerdì 1 marzo 2019
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento