Album cult della prima library ad opera di un master della categoria (di lui ho già disquisito in occasione dell'altro pezzo forte della sua discografia, Pape Satan). Come da didascalico titolo, si tratta di una serie di schizzi pianistici dalla componente aleatoria molto marcata, più o meno equamente divisi fra piano preparato e normalmente suonato. Dodici numeri, tutti molto brevi come da manuale, di pura ed altissima classe sonorizzante: le atmosfere sono inquietanti, le interferenze fisiche sulle corde interne donano effetti spigolosi e raggelanti, interrotte da poche ma ben poste sonatine vagamente romantiche.
Un flusso magistrale che stranamente (o forse per motivi di diritti) non è stato ristampato; se dovessi indicare un modello di musica astratta, credo che nominerei questo capolavoro.
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