domenica 26 dicembre 2010

Mark Lanegan - Whiskey for the holy ghost (1993)

Il fotogramma è importante: il vocalist capellone che smette i panni di frontman elettrico e si ritira nella campagna, a catartizzare i problemi e gli eccessi. A dimostrare che Winding Sheet non era solo un una tantum, ma uno stato d'animo, una nuova veste.
Per me l'inquadratura perfetta sta in Riding the nightingale, il preferito: chitarre acustiche cristalline, motivo tenue ossessivo con una sola variazione, ed una performance vocale da brividi come solo Lanegan può fornire.
Whiskey è un compendio folk multi-umore che si adatta a qualsiasi stagione. Solo El Borracho è pienamente elettrica, un vortice quasi violento. Ma dopo si fa il vuoto col trittico memorabile di Kingdoms of rain, Carnival e la sopra-citata Riding. Come nel precedente, Johnson è il deus-ex-machina musicale che si occupa di arrangiare e suona più o meno tutto. Sunrise è un tripudio silente di organi e voci femminili, Judas Touch è la sua Needle and the damage done.Prevale il disincanto, l'ambientazione allegra e rasserenata, in netto contrasto col periodo difficile che l'uomo stava attraversando. Ancora oggi non so se preferire questo o Winding sheet, l'unica cosa certa è che dopo Lanegan non saprà più tornare a questi livelli.

10 commenti:

  1. per quel che mi riguarda, un disco della madonna.

    RispondiElimina
  2. grande grande grande disco! Lanegan a questi livelli è un piacere x le orecchie e l'anima

    RispondiElimina
  3. Non so esprimere a parole l'amore che provo nei confronti di questo disco, e pure verso The winding sheet :)

    Ma ci andrei piano sulla 'cosa certa' ;) Si può dire davvero che questo qui abbia fatto brutti dischi? Per qualità della scrittura e per capacità di cambiare pelle pur restando entro i confini stilistici e di contenuto che lo hanno sempre contraddistinto...secondo me sei stato un po' severo ;) Ti cito almeno due album che io considero capolavori:

    - I'll take care of you (1999, uno dei pochi dischi di cover che abbia un senso, IMO);

    - Field songs (2001).

    Dimmi che ne pensi ;)

    RispondiElimina
  4. Ovviamente "la cosa certa" è per quanto riguarda la mia opinione.
    Non ho scritto che ha fatto brutti dischi, non ne ho mai sentiti da parte sua, anche se mi mancano gli ultimi 2 che ha fatto con la Campbell.
    Ritengo semplicemente che tutti i successivi siano stati nettamente inferiori rispetto alla qualità dei primi due, il che implica che, essendo questi gioielli, non sono brutti dischi ma fanno vivere un po' di rendita il buon Lanegan :-)

    RispondiElimina
  5. Ti sei salvato in corner ;)

    Diciamo che il mal di vivere che si avvertiva in The winding sheet e in Whiskey for the holy ghost non è più ricomparso in quel modo così diretto. Già Scraps at midnight (1998) ne diede una lettura più 'sublimata', risentendo del periodo in cui fu scritto (riabilitazione per eccessi vari ed eventuali). I'll take care of you (nella sua essenzialità) e Field songs (con una qualità della scrittura secondo me anche superiore rispetto a Whiskey, più da cantautore folk-rock 'classico' che non da grunger in libera uscita) rappresentano per me la consacrazione definitiva. Bubblegum mi piacque, pezzi bellissimi anche se forse un pizzico in parabola discendente. I dischi con la Campbell...beh, non so se sono il tuo genere ;) Il secondo è il meno riuscito IMO...

    RispondiElimina
  6. In effetti dei dischi con la Campbell ho sentito solo il primo, e se non ho sentito l'impellenza di procurarmi anche i successivi, è sintomatico...
    Comunque, si può applicare a Lanegan il concetto di tantissimi altri cantautori; all'inizio sono stellari, poi col tempo tendono a perdere intensità, ispirazione e vivacchiano sapendo di avere comunque pubblico e target ben fondato (e dovendo anche guadagnarsi da vivere, ovviamente). Magari ogni tanto ne azzeccano anche una bella come ai tempi, ma saltuariamente.
    Solo per fare qualche paragone; Eitzel, Kozelek, Callahan, artisti che mi hanno regalato emozioni gigantesche, più di Lanegan, mi deludono costantemente.
    Sono troppo severo? :-)

    RispondiElimina
  7. Secondo me sì :)

    Lanegan-fan mode on:

    Sarò noiosa maaaa....io in Field Songs ci sento comunque intensità e ispirazione, una penna matura che dispiega le ali grazie a doti di performer a mio modo di vedere eccezionali. Certo, è un disco composto in una fase diversa della vita, non si può pretendere che ricalchi le stesse suggestioni dei primi due lavori (fatti in piena fase tossica :D).

    Lanegan-fan mode off :D

    Riguardo agli altri che hai citato...condivido per Eitzel e Kozelek (quest'ultimo fece innamorare anche me non più tardi di 7 anni fa, ora mi provoca più che altro sonnolenza...o forse sono io ad essere cambiata...o magari entrambe le cose). Callahan a mio parere si mantiene in forma, il disco dello scorso anno lo trovo bellissimo (so che è piaciuto anche a molte altre persone). Un altro che, gira e rigira, piazza quasi invariabilmente dei lavori pazzeschi è Bonnie Prince Billy IMO.

    Poi sono cantautori, e in quanto tali a mio parere l'aspetto che va maggiormente tenuto in considerazione in sede di valutazione è la qualità della scrittura. Se le canzoni ci sono non vedo perchè si debba storcere il naso ;)

    RispondiElimina
  8. Risposta al mode on: sì, è possibilissimo che le differenze siano dovute al momento vitale in cui ha scritto il materiale. Se è così, preferivo l'artista Lanegan nella fase tossica.
    Risposta al mode off:
    Ma infatti anch'io sto facendo un discorso di scrittura, sulle performance non c'è molto da dire, hanno un loro trademark e anche se ci possono essere sensibili variazioni negli arrangiamenti sono sempre loro e nessun'altro, ed è sempre un piacere ascoltarli.
    Ciò che sostengo è che alle mie orecchie tutti questi che abbiamo citato hanno avuto inizi memorabili e poi sono calati anche nella qualità compositiva, chi tanto (Kozelek e Eitzel, che stavano più in alto di tutti e restano due miei grandi idoli), chi più (Callahan era in declino ancora negli ultimi Smog, dei due a suo nome me ne piacciono appena un paio), chi meno (Oldham fa troppi dischi ed è impossibile seguirlo, all'inizio era più concreto ma il live elettrico del 2005 mi è piaciuto un casino).
    Arrivato a questo punto, su Lanegan mi astengo :-)

    RispondiElimina
  9. "Black Sun Morning", altro che cazzi: gli Screaming Trees almeno fino a "Buzz Factory" erano un vero gruppo rock: scalcagnati e furenti, ricordo il live al Bloom quando Gary Lee Conner fece stage-diving tra il pubblico, seminando il panico tra le prime file (150 kg. di roba con chitarra Firebird incorporata, mica scherzi!).
    Mark Lanegan era perfetto. Poi "Winding Sheet" era anche un modo di staccarsi dalla deriva che stavano prendendo i Trees, ma quelli dopo sono tutti uguali, e a questo punto che siano belli o brutti ha poca importanza.

    RispondiElimina
  10. Per la cronaca: a mio parere so' tutti belli ;):P

    RispondiElimina