domenica 16 maggio 2010

Mark Lanegan - The winding sheet (1990)

Col passare degli anni Lanegan è diventato visivamente parecchio somigliante a Tom Waits, il che è una cosa curiosa ma non così casuale; se esiste un suo adeguamento all'era grunge e a stilemi folk americani, il catramoso vocalist di Seattle è più che attendibile erede del crooner. Debuttando con questo foglio volante, l'allora lungocrinito evadeva il variopinto hard-rock degli Screaming Trees con una raccolta intimistica, ispirata ed ariosa, composta a 4 mani con il fido Johnson profugo dei tardi Dinosaur Jr.
Ben 13 pezzi prettamente acustici solcano le riflessioni di Lanegan, con una forte tendenza al malinconico / autunnale, improntate su chitarre acustiche pigre, violini, e poco altro.
Poche le eccezioni con sezione ritmica. Fra cui la bomba dell'apertura: Mockinbirds è rimasto a tutt'oggi il vertice assoluto della sua carriera, ballad elettrica drammatica in cui Lanegan esplora la sua (non eccessiva) estensione vocale, con un bridge mozzafiato. Tutto il disco purtroppo risentirà del confronto, non per la povertà dei mezzi, ma puramente per la sua eccessiva bellezza. Si segnalano comunque Wildflowers, The winding sheet, Ugly Sunday, ruspanti dichiarazioni al mondo di un disagio, purtroppo segnato dai profondi abusi di droga. E nel finale la cover Where did you sleep last night, in netto anticipo sui Nirvana, che mutueranno molto delle atmosfere generali di questo disco quando sbancheranno il mondo con l'Unplugged.

(originalmente pubblicato il 01/03/09)

Nessun commento:

Posta un commento