domenica 1 maggio 2011

Rivulets - Rivulets (2002)

Poco più di un soffio, le songs di Rivulets sembrano confessioni in penombra, ad espiare esistenzialismi turbati.
A livello cantautoriale, occorre sempre una grossa personalità per emergere. Amundson è cresciuto in Alaska e forse si porta dentro un bagaglio fatto di desolazioni glaciali, di lentezza dovuta al freddo. Un Kozelek scuro, meditabondo e quasi incerto nello sciorinare il canto, fragile.
A parte qualche tonfo sordo di percussione (Tightrope), uno scampanellìo di glockenspiel (Four weeks), una spazzolata di rullante ed un flautino (Barrelling towards), i rivoletti d'esordio scorrono sull'esclusivo percorso di voce e chitarra acustica, di funzionalità.
A svettare sono Swans, Past Life, e soprattutto la stupenda How who, i bozzetti cui Amundson ha cura di sostenere con i toni bassi di rintocchi (credo di un contrabbasso) e bordoni intimorenti di synth.
Nel suo sito, Amundson adotta il curioso slogan di organic shoegaze project. Saranno i dischi successivi a suggellare la sua personalità, sempre più tesa ad un solenne contorcimento interiore.

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