Forse non basta una vita intera a scoprire tutta la musica bella che è stata prodotta. Non tanto per la cronica mancanza di tempo, ma per i nomi che sfuggono, di cui si legge qualcosa che non colpisce l'immaginazione, o semplicemente per passaparola mancanti. Fino a pochi mesi fa non sapevo neanche chi fosse stato A.R., prima di essere folgorato da questo disco.
Russell era un casinista inguaribile ed incontentabile. Un critico scrisse che in tutta la sua vita "non arrivò alla versione definitiva di nulla". World of Echo in effetti è una lunga serie di bozzetti registrati in completa solitudine, ma se questa è l'incompletezza, allora mi piace parecchio.
Voce, violoncello filtrato ed effetti elettronici. Stop. Le ariose songs, così orecchiabili ed accattivanti ma rese arzigogolate dall'impianto inusitato, catturano continuativamente.
E' tutto molto spaziale: il cello passa attraverso distorsioni e trattamenti riverberanti (uno dei capolavori, Being It, gioca anche sui passaggi stereofonici da un canale all'altro), gli effetti elettronici sembrano proprio quelli mutuati dalla disco di cui era agitatore ma ovviamente in queste atmosfere galleggianti hanno tutt'altro esito. La voce, flebile, si inerpica sulle scale melodiche con fare trasognato (See-through, altro titolo che svetta). Let's go swimming fu uno dei suoi singoli da ballo di maggior successo, ma qui acquisisce una veste neo-classica da brividi.
Ne cito solo un trio, ma tutti e 18 gli episodi sono tasselli di un prototipo levitante che sbandierava un talento innato quanto inquieto.
Russell era un casinista inguaribile ed incontentabile. Un critico scrisse che in tutta la sua vita "non arrivò alla versione definitiva di nulla". World of Echo in effetti è una lunga serie di bozzetti registrati in completa solitudine, ma se questa è l'incompletezza, allora mi piace parecchio.
Voce, violoncello filtrato ed effetti elettronici. Stop. Le ariose songs, così orecchiabili ed accattivanti ma rese arzigogolate dall'impianto inusitato, catturano continuativamente.
E' tutto molto spaziale: il cello passa attraverso distorsioni e trattamenti riverberanti (uno dei capolavori, Being It, gioca anche sui passaggi stereofonici da un canale all'altro), gli effetti elettronici sembrano proprio quelli mutuati dalla disco di cui era agitatore ma ovviamente in queste atmosfere galleggianti hanno tutt'altro esito. La voce, flebile, si inerpica sulle scale melodiche con fare trasognato (See-through, altro titolo che svetta). Let's go swimming fu uno dei suoi singoli da ballo di maggior successo, ma qui acquisisce una veste neo-classica da brividi.
Ne cito solo un trio, ma tutti e 18 gli episodi sono tasselli di un prototipo levitante che sbandierava un talento innato quanto inquieto.
Quest'uomo era un genio! credo che Soon-To-Be Innocent Fun Let's See valga da sola l'acquisto del disco.
RispondiEliminaciao e complimenti
Ciao Mek, che fosse un genio è innegabile. Il pezzo che citi è bellissimo, però è un po' tirato per le lunghe, anzichè farlo durare 10 minuti poteva anche tagliarlo a metà (che fra l'altro per lui era già piuttosto strano fare pezzi lunghi).
RispondiEliminaGrazie!
è vero, ma in quei dieci minuti anche mettere il bucato in lavatrice diventa piacevolissimo
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