domenica 22 maggio 2011

Disappears - Live in Bronson 19-05-2011











Inizia proprio dal Bronson il secondo tour europeo dei Disappears dell'anno. Il quartetto forse più tradizionalista che sia mai uscito dalla Kranky oltretutto si fregia della presenza di Shelley dei Sonic Youth in sostituzione del batterista originario di cui hanno dovuto affrontare la defezione.
Fosse stato un gruppo qualsiasi, forse non mi sarei neanche mosso. E' la presenza di Brian Case che mi ha attirato: essendo un fan sfegatato dei 90 Day Men, non c'era miglior occasione di rivederlo anche se non è che impazzisca per i Disappears; il cui sound è quanto di più distante dal glorioso quartetto che anni fa vidi due volte in quel di Bologna, che a distanza di tempo resta una delle espressioni più originali mai sentite negli anni '00.
Un sound acido, urticante ed ossessivo che ricorda lo psycho-pop della seconda metà degli anni '80 (penso a Jesus and Mary Chain e Spacemen 3), oppure ai Loop nelle pieghe più scure, e addirittura ai Fall quando le ritmiche si fanno più spiccatamente post-punk (anche per il declamare atonale di Case che può far tornare in mente E. Smith). Non trovo sinceramente molte affinità con i Sonic Youth come letto su alcuni articoli, dal momento che i Disappears hanno un feeling molto europeo. Quindi, musica più immediata e parecchio più elementare dei 90 Day Men. Non che sia un difetto, ci mancherebbe. E' solo questione di gusti, in fondo.











Ad ogni modo, la prova live è elettrizzante e funziona bene. Il Bronson è desolatamente vuoto, assistono neanche una cinquantina di persone ma il problema "chiacchiericcio bar" non esiste. I Disappears invadono il locale con volumi a dir poco assordanti ed una carica propulsiva contagiosa con i loro passi serrati.
Mi pare che Shelley sia al suo primo concerto, vista la sua continua ricerca di sguardi del bassista che maneggia bene un Gibson diavoletto. Case ha il microfono impostato su un pesante riverbero che distorce anche i brevi annunci parlati e svolge un'esclusiva funzione ritmica con la sua Jaguar, muovendosi costantemente come un matto. Alla sua sinistra, il chitarrista solista (che somiglia ad un giovane Brian Ferry con tanto di ciuffo) impagliato a gambe unite su una ES di cui rompe il Mi cantino al secondo pezzo: senza fare una piega, continuerà tutto il live senza neanche sostituirla.











Con le orecchie che mi fischiano per i volumi assurdi, vado a fare due chiacchiere con Case al banchetto del merchandising e gli ricordo con nostalgia le puntate dei 90 Day Men. E' sempre la personcina squisita di allora e quando non suona fa il barista a Chicago, un lavoro che gli permette di avere tempo libero per dedicarsi ai Disappears. Gli chiedo che fine abbiano fatto gli altri due componenti scomparsi dalle scene e scopro che il batterista Kay ora fa del metal (!), e lo fa peraltro molto bene a suo avviso, mentre di Lansangan si sono perse le tracce.
Mi rammarico del fatto che non sia venuta gente a vederli, ma lui alza le spalle con fare disarmato e declama un Oh, it's ok!

2 commenti:

  1. Certi appuntamenti andrebbero pubblicizzati. Perché invece di parlarne dopo, non ne scrivi anche prima?
    :)

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  2. Eh...perchè dò per scontato che questi appuntamenti siano già a conoscenza di chi segue la stagione del Bronson.
    Poi, il fatto che fosse di giovedì credo abbia influito sul pubblico scarsissimo, unito alla relativa sconoscenza generale di chi siano i Disappears :-)

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