venerdì 17 maggio 2013

My Cat Is An Alien - Landscapes Of An Electric City - Hypnotic Spaces (1999)

Debutto dei fratelli Opalio, che fece scalpore perchè Moore dei Sonic Youth dichiarò pubblicamente il suo amore nei loro confronti al punto di farli uscire sulla propria label: scalpore non certo per discutere sulla portata del progetto, ma perchè non ci si capacitava di come il loro demo fosse potuto capitare nelle mani del carismatico indie-hero.
Ma tant'è, a volte nella vita un pizzico di fortuna ci vuole. Due titoli raggruppati e letteralmente diversi: il primo è diviso in 3 movimenti per un totale di 45 minuti, e mostra il lato più ostico e sperimentale dei bros: un pigro e tristissimo arpeggio di chitarra acustica viene periodicamente sfregiato da un monotonale fischio elettronico e da clangori industriali che dopo un quarto d'ora prendono il sopravvento su tutto, facendo deragliare il movimento verso il rumorismo più incompromissorio: il secondo è un odissea galattica senza tregua, venata (vessata) da malformazioni psichedeliche di fattezze amorfe. Il terzo movimento attenua la devastazione andando a planare su folate inerti, con i fischi ormai in lontananza.
L'influenza industriale è palpabile ma i MCIAA riescono a farla passare in secondo piano.
Hypnotic Spaces normalizza il sound al punto che sembra di trovarsi di fronte ad altri personaggi: le schitarrate, il ritmo incalzante e la voce agitata di Spaces, il giro indolente di Stop moving trees e il folk beffardo di Things could happen sono molto interessanti ma non hanno nulla a che vedere con Landscapes, eccetto le pur ingombranti spirali rumoristiche. Probabilmente furono queste a colpire Moore.
Una saga che continua tutt'oggi, fra alti e bassi, ma la cui rilevanza internazionale è riprovevole e degna di ammirazione.

Nessun commento:

Posta un commento