mercoledì 8 maggio 2013

Motion Sickness Of Time Travel - Seeping Through The Veil Of The Unconscious (2010)

Debutto su Digitalis per la georgiana Rachel Evans, dedita ad un ambient vintagistica rigorosamente analogica che deve molto (moltissimo) alla stagione tedesca degli anni '70. 
Qualche similitudine con Grouper c'è: atmosfere dilatate, vocalizzi eterei, tastierame in multistrato. Al contrario della Harris che però a volte si sbilancia su campi dream di derivazione 4AD, la Evans si tuffa a pesce in un universo di 40 anni netti fa. Ed acuisce quel grande difetto che proprio non digerisco: l'incontinenza incontrollata (16 dischi e 9 EP in 4 anni).
Non dovessi ascoltare più nulla di questo progetto, i quasi 50 minuti di Seeping intanto lasciano un discreto ricordo, fornendo tessiture oniriche di buon fascino, elaborate su profondissimi tappeti di synth, organi, moog lasciati galleggiare e tirate per le misure giuste (al max si raggiungono i 12 minuti, tutti tollerabili). Due le curiosità rilevanti: una che il pezzo migliore però è il più breve (la bellissima Mental Projection, allineabile alle cose migliori della Harris), l'altra è che Magnetism mi ricorda un po' il Battiato di Clic. 
E' inevitabile per chi sceglie di girare le spalle al presente, un po' come, ad esempio, per i Cloudland Canyon; tributi dignitosi e piacevoli per i nostalgici, e nulla per cui esaltarsi.

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