lunedì 27 maggio 2013

Necks - Drive By (2003)

Uno dei maggiori punti di forza del Necks-sound è il saper agire in situazioni sempre diverse nonostante la complessa omogeneità delle loro intenzioni abbia permesso di tracciare un percorso sostanzialmente lineare, atto a rifiutare qualsiasi categorizzazione o standard sotto cui essere etichettati. Il formato dell'impro-suite di un'ora è stato ripetuto svariate volte e forse è quello che esalta di più la loro creatività sottilmente minimalistica: in questo senso Drive by è uno dei loro capolavori assoluti.
E' un gioco di specchi, uno spettacolo illusionistico, la contropartita dei loro concerti, utilizzando le tecniche e gli effetti di studio con parsimonia (pochi gli overdub e pochissima elettronica, qualche campionamento mi pare di bambini che giocano attorno alla mezz'ora), creando atmosfere talvolta sinistre. Prevale l'aspetto ritmico, con Buck-macchina-umana a tirare le redini indefesso, mentre le figure di basso e di tastiere scivolano sfalsate, come scale mobili allineate costanti nell'andatura ma a partenze ed arrivi diversi.
Abrahams si guadagna il riflettore nella seconda metà della suite, con le stratificazioni di organo e le elegantissime geometrie di piano.Sarebbe ingiusto non citare anche Swanton, sempre scomodo ed essenziale a lavorare ai fianchi (questa volta direi con un basso elettrico).
Allo scoccare dell'ora, un frinire insistito di grilli offusca gli ultimi sussulti di questa avvolgentissima conduzione. Si è fatta notte in un attimo.

2 commenti:

  1. http://www.planetrock.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-91a23410-4c2d-44d7-bbb7-b65c333ebe80.html

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