Pur incarnando l'ideale veste di cantautore deviato, eclettico ed estremamente personale, non sono mai impazzito per i dischi di Elverum. A volte l'ho trovato sfocato, troppo eterogeneo e confusionario, che non rappresentano necessariamente dei difetti; soltanto non è mai scattata la molla dell'invaghimento.
Sorprendentemente, Clear moon dell'anno scorso invece mi ha colpito al cuore fin dal primo ascolto. In questo caso, un'aurea di dolente romanticismo, ancor più evocativa della bella immagine di copertina, rende fenomenale la prima metà dell'output. Through the trees pt. 2, The place lives, The place I live, Lone bell, infarciti di arrangiamenti quasi cameristici, elevano la base folk ad una dimensione ultraterrena, di cui non trovo paragoni al momento.
Susseguendo, Elverum calca la mano sull'aspetto mistico della propria visionarietà, ma in maniera del tutto eterodossa: il salmo femminile di Over dark water, l'imponente sinfonia Clear moon, la serenità improvvisa di Yawning sky, conducono con lievi turbative al termine di questa splendida escursione in cui la calma e delicata voce è stata una preziosa didascalia.
Molto contenta del tardivo (e circoscritto) invaghimento :-)
RispondiEliminaDisco davvero molto bello, con un magnifico pezzo d'apertura.
Chissà che prima o poi un'altra piccola molla non possa scattare anche per il colosso "Mount Eerie"...