Ancora Oxford, ma questa volta con ancestralità: Jerome Alexander e la sua gentilezza, conosciuto tramite caldo consiglio di Allelimo, sono state una bella sorpresa degli ultimi tempi.
Specialmente nell'ambito acustico, ai giorni nostri è sempre più difficile creare qualcosa di interessante, ma MTB ci riesce con una grazia e un tocco leggero degno di altri tempi. Innanzitutto la chitarra; Alexander è un fine cesellatore di fingerpicking che sostanzialmente non scopre nulla di nuovo ma sa ricavare armonie tendenti al malinconico-riflessivo di una bellezza stupefacente. Al di là delle fitte trame di nylon, gli ingredienti aggiuntivi sono pochi e perfettamente piazzati. Qualche arco (Running through woodland, Pretend to forget) a volte prende il sopravvento, come nella magnifica Hope, elegia per violino ed harmonium. A volte assume contorni quasi neoclassici (November), altre riecheggia il trasognato cantautorato-ambient di Helios (At the top of this hill), altre ancora stabilisce paralleli geografici importanti (Find our way home, vicina a certe cose dei Tenhi). Alla resa dei conti forse il nome che più si avvicina è quello dei Balmorhea, ma credo che MTB abbia una dote di composizione più ultra-terrena dei pur bravissimi texani.
Nonostante sia fatta di pochi e scarni mezzi, la musica di Alexander finisce per essere ricchissima di emozioni e di respiro vitale, un giaciglio su cui adagiarsi e lasciarsi trasportare, magari in mezzo ad un bosco come in questo video.
Specialmente nell'ambito acustico, ai giorni nostri è sempre più difficile creare qualcosa di interessante, ma MTB ci riesce con una grazia e un tocco leggero degno di altri tempi. Innanzitutto la chitarra; Alexander è un fine cesellatore di fingerpicking che sostanzialmente non scopre nulla di nuovo ma sa ricavare armonie tendenti al malinconico-riflessivo di una bellezza stupefacente. Al di là delle fitte trame di nylon, gli ingredienti aggiuntivi sono pochi e perfettamente piazzati. Qualche arco (Running through woodland, Pretend to forget) a volte prende il sopravvento, come nella magnifica Hope, elegia per violino ed harmonium. A volte assume contorni quasi neoclassici (November), altre riecheggia il trasognato cantautorato-ambient di Helios (At the top of this hill), altre ancora stabilisce paralleli geografici importanti (Find our way home, vicina a certe cose dei Tenhi). Alla resa dei conti forse il nome che più si avvicina è quello dei Balmorhea, ma credo che MTB abbia una dote di composizione più ultra-terrena dei pur bravissimi texani.
Nonostante sia fatta di pochi e scarni mezzi, la musica di Alexander finisce per essere ricchissima di emozioni e di respiro vitale, un giaciglio su cui adagiarsi e lasciarsi trasportare, magari in mezzo ad un bosco come in questo video.
molto bello si
RispondiEliminaDisco nuovo in arrivo, e i due precedenti sono disponibili su Bandcamp.
RispondiEliminaNuovo disco in arrivo, e i due "vecchi" si trovano su Bandcamp.
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