domenica 20 febbraio 2011

National - Sad Songs for dirty lovers (2003)

Il primo vero disco-rivelazione. L'anno successivo i cinque avrebbero lasciato i rispettivi lavori quotidiani, facendo una scommessa che alla lunga hanno stra-vinto.
Il primo omonimo del 2001 faceva intravedere già ottime qualità, ma c'era una sostanziale acerbità che sminuiva il risultato finale. Invece Sad Songs centrava in pieno l'obiettivo: semplici ma bellissime composizioni, Berninger il neo-maudit della porta accanto, arrangiamenti misurati ma di estremo gusto. Avveniva così il guado perfetto fra folk-rock e indie; nessuna delle due componenti sormontava l'altra, e le qualità avevano modo di librarsi in volo senza vincoli.
La prima parte del disco è indimenticabile: l'acquarello discreto di Cardinal Song, la frizzante Slipping husband, il country confidenziale di It never happened, l'ossessività di Murder me Rachel, in venti minuti si toccano gli estremi e ci si gode il passaggio di sapienza armonica dei National. Fino a giungere alla meraviglia più totale, quella Thirsty che rievoca tante cose vintage ma finisce per non avere letteralmente tempo.
Difficile mantenere il superbo livello, ma in fondo la seconda parte fa tutt'altro che sfigurare. Available odora di new-wave nerboruta, Trophy Wife è la facciata più scanzonata delle loro micro-tendenze country-folk, Patterns Of Fairytales è una estatica ballad scandita da brevi glitches elettronici (episodio isolatissimo, credo).
Due-tre episodi dimenticabili non inficiavano la qualità globale del disco, dopotutto. Senza fare nessuna rivoluzione, anzi, con la massima discrezione, i National avevano posto un palettino importante per la radiosa carriera che li aspettava, e che mi auguro continui con la qualità che hanno saputo conservare fino ad ora.

3 commenti:

  1. Se può valere qualcosa il mio commento: questo disco è semplicemente meraviglioso.
    :)

    RispondiElimina
  2. Non vedo perchè non dovrebbe valere il tuo commento.

    RispondiElimina
  3. gran lavorone, boxer invece mi fa pensare troppo alle mutande (con conseguente incartamento), lo so è un mio limite.

    RispondiElimina