Col culto crescente che si sono guadagnati durante gli anni '90, poteva essere normale cercare di raschiare il fondo del barile. In realtà la pubblicazione di questo pseudo-live nacque da un lungo periodo di conflitti fra Dinger e Rother, aggravato dal fatto che in quegli anni i tre storici dischi originali erano stati ristampati dalla fantomatica Germanofon, etichetta pirata specializzata in bootleg (ed ecco perchè quando comprai Neu! 1972 non capivo perchè non ci fosse il bollino SIAE, mancassero indicazioni, ci ero caduto anch'io ma non c'erano alternative al tempo se li volevi ascoltare!). Così Dinger, in preda ad uno spirito di rappresaglia fece pubblicare dalla giapponese Captain Trip il Neu '86 e questo qui, e Rother si incazzo ancora di più.
Detto questo, occorre comunque dire che '72 Live in Dusseldorf è un episodio alquanto anomalo. Si tratta non di live, bensì di una session privata ed improvvisativa registrata dai due insieme a Eberhard Kranemann (un'altro personaggino di quelli difficilmente catalogabili, artista a tutto tondo che in seguito transiterà per breve tempo anche nei Kraftwerk, nonchè in Nurse With Wound), qui impegnato ad uno strano banjo-slide elettrico e al basso.
La qualità audio è estremamente povera, ed è immaginabile che il fan medio dei Neu! non vi abbia trovato pressochè nulla di attrattivo. Non ci sono riprese del primo album; c'è una jam di 40 minuti di minimalismo selvaggio in cui forse si cercava qualche spunto creativo, ma che invece finisce per essere il delirio freakedelico dell'ingombrante Kranemann. C'è la titolata Silence, che inizia con una litania inquietante e poi parte col tipico ritmo di Dinger, finendo però per essere una copia sbiadita di Hallogallo. Quasi inevitabile che si terminasse con un blues destrutturato inconcludente, il cui momento più interessante, ironicamente, è quello dei feedback finali.
Facile capire perchè Rother non ne fosse proprio entusiasta della pubblicazione. Non che ciò vada a scalfire l'importanza dei Neu!, ma si tratta di un documento abbastanza prescindibile, oltre che la sentenza del fatto che con Kranemann non sarebbe mai potuta funzionare.
Detto questo, occorre comunque dire che '72 Live in Dusseldorf è un episodio alquanto anomalo. Si tratta non di live, bensì di una session privata ed improvvisativa registrata dai due insieme a Eberhard Kranemann (un'altro personaggino di quelli difficilmente catalogabili, artista a tutto tondo che in seguito transiterà per breve tempo anche nei Kraftwerk, nonchè in Nurse With Wound), qui impegnato ad uno strano banjo-slide elettrico e al basso.
La qualità audio è estremamente povera, ed è immaginabile che il fan medio dei Neu! non vi abbia trovato pressochè nulla di attrattivo. Non ci sono riprese del primo album; c'è una jam di 40 minuti di minimalismo selvaggio in cui forse si cercava qualche spunto creativo, ma che invece finisce per essere il delirio freakedelico dell'ingombrante Kranemann. C'è la titolata Silence, che inizia con una litania inquietante e poi parte col tipico ritmo di Dinger, finendo però per essere una copia sbiadita di Hallogallo. Quasi inevitabile che si terminasse con un blues destrutturato inconcludente, il cui momento più interessante, ironicamente, è quello dei feedback finali.
Facile capire perchè Rother non ne fosse proprio entusiasta della pubblicazione. Non che ciò vada a scalfire l'importanza dei Neu!, ma si tratta di un documento abbastanza prescindibile, oltre che la sentenza del fatto che con Kranemann non sarebbe mai potuta funzionare.
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