lunedì 20 giugno 2011

Starfuckers - Sinistri (1994)

Quale gruppo è stato il primo a fare cose del genere in Italia? Forse soltanto gli Area più incompromissori, rumoristici e trasgressivi avevano velleità sperimentali di questa portata. Pur avendo un retroterra di garage e noise-rock, come testimoniato dalle prime pubblicazioni, gli Starfuckers sono pervenuti a questo atto di rottura totale che con gli anni è stato rivalutato e capito solo in parte, forse anche a causa dell'ombra fattagli da una stagione piuttosto fertile per il panorama indipendente.
Con cui non avevano nulla a che vedere. A parte alcune piccole incursioni simil-slintiane (Mutilati) e una fragorosa, canonica noise-track (Ordine pubblico), Sinistri è un implosione impressionante, un atonale cerimoniale di occulte rarefazioni sonore. Il capolavoro 251 Infinito rappresenta al meglio lo stile: percussioni sparse (Bertacchini), singhiozzi taglienti di chitarra e sparso recitato desolante (Giannini), elettronica e concretismi assortiti (Bocci), fino a scadere nella cacofonia più brada di Macrofonie 1a, che senza alcun spreco apparente di energie termina il discorso con un debosciato panorama post-nucleare.
Coraggio da vendere.

1 commento:

  1. grande!sono una band delle mie parti..il tastierista bocci aveva un negozio di dischi ,lo conosco personalmente ..bei tempi

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