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A partire dal seguito del debutto The Phynx, Sun Araw ha lasciato perdere le componenti più oscure che lo rendevano il suo capolavoro ed ha semplicemente cambiato stile in favore di un sound meno articolato, fortemente esotico. Spesso leggo, al riguardo, di psichedelia tropicale, che mi sembra peraltro un termine azzeccato; infatti il tappeto ritmico è fornito esclusivamente da percussioni simil-africane e certi concretismi fanno pensare di essere in una vera giungla. Ovviamente non c'è solo questo in On Patrol, ma è un componente molto importante: la chitarra di Stallones fornisce le linee guida con frasi acide e riverberate in classico psych-style, l'organo replica con risposte rapide e schizzi onirici, quando non è impegnato a mantenere bordoni di sostegno. Le parti vocali sono alterate, apparentemente fonetiche, declamazioni rare e brevissime, ma hanno una funzione comunicativa tutta loro.
Difficile citare un pezzo piuttosto che un altro, dato anche che si tratta di un doppio, lungo un ora e venti. Ma anche se queste jams hanno uno svolgimento lineare con variazioni minime, il pericolo noia è miracolosamente evitato. Con i suoi gorgoglii, i caldi infernali, le saune letargiche e le sue infinite dilatazioni, Stallones continua a divertirsi e a perpetrare una ventata di purissima genuinità freak.
(Da segnalare che l'ultimo singolo uscito nel 2011, Houston Abtros, è caratterizzato da uno stravolto dub-pop. Chissà come sarà il nuovo album, in uscita fra poco...)
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