Nè grunge, nè noise, nè punk-hardcore, gli SPBT erano un power-trio che svariava sul versante duro ma con l'approccio personale di chi proveniva dalla provincia come essi, che si trasferirono dal Montana a Seattle, dove furono ingaggiati dalla gloriosa etichetta Boner.
E come tante altre realtà di quegli anni, la sindrome Nirvana li portò alla corte di una major a rovinarsi fino allo split. Miracle fu l'ultimo disco su indie e portava suggestioni di vario tipo. Gli affronti muscolari di Bozeman, Thumbnail, 594 li facevano sembrare quasi dei NoMeansNo senza averne un decimo della tecnica ma con un pathos deciso e perverso. Il meglio di sè lo davano nelle tracce meno epidermiche, che evidenziavano un lato oscuro e malato ricco di spleen (Borstal, Exhale) o nella grungeggiante Carbon. L'uso dei samples concorre a creare un senso di scompiglio generale nei pochi momenti in cui uscivano dai binari del songwriting.
Non disdegnavano neanche due incursioni relativamente accessibili (per modo di dire), come il noise-pop di Down all the days e il Nick Cave nirvaniano dell'ottima Train to miami, che ben 15 anni dopo (!) sarà resuscitata per lo spot di un videogame.
Non esattamente un miracolo del suono, ma un onesto gruppo di seconda fascia dell'alternative.
E come tante altre realtà di quegli anni, la sindrome Nirvana li portò alla corte di una major a rovinarsi fino allo split. Miracle fu l'ultimo disco su indie e portava suggestioni di vario tipo. Gli affronti muscolari di Bozeman, Thumbnail, 594 li facevano sembrare quasi dei NoMeansNo senza averne un decimo della tecnica ma con un pathos deciso e perverso. Il meglio di sè lo davano nelle tracce meno epidermiche, che evidenziavano un lato oscuro e malato ricco di spleen (Borstal, Exhale) o nella grungeggiante Carbon. L'uso dei samples concorre a creare un senso di scompiglio generale nei pochi momenti in cui uscivano dai binari del songwriting.
Non disdegnavano neanche due incursioni relativamente accessibili (per modo di dire), come il noise-pop di Down all the days e il Nick Cave nirvaniano dell'ottima Train to miami, che ben 15 anni dopo (!) sarà resuscitata per lo spot di un videogame.
Non esattamente un miracolo del suono, ma un onesto gruppo di seconda fascia dell'alternative.
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