Il capolavoro della fase matura dei CSC. Un coacervo di asprezze noise-industriali, di croonerismi post-atomici, post-nickcaveiani, di avvincenti saghe metropolitane. Sono stati forse unici nel saper distillare una formula così incompromissoria e così spettacolarmente brutale.
Al top della forma, Ashley guidava un quartetto potentissimo: l'attacco frontale di Surprise Surprise è un pugno nello stomaco, con un riff arzigogolato di basso che è difficile dimenticare. L'afflato melodico di Room 429 è l'unica concessione, le folate supersoniche di Nowhere e Cause and effect, i macabri blues tribali di $10 Bill e Got no soul, il compatto 4/4 di Everybody loves you when you're dead contribuiscono alla creazione di un quadro di tensione e thrilling quasi ineguagliabile.
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