Milanesi, raro esempio di it-prog senza tastiere, con l'ausilio neanche tanto insistito di un flauto. Unico album inciso, che si colloca abbastanza alto in graduatoria fra le semi-meteore, e vedeva un ottimo interplay fra chitarre grintose e le strutture complesse, col vocalist certo non eccezionale ma anche lui poco invasivo.
Ovviamente concettuale e psico-filosofico, il flusso di Io non so da dove vengo pesca in qua è in là dai Jethro Tull, a causa del fiato, ma neanche in maniera pedissequa come sosteneva il bassista interpellato in un amarcord qualche anno fa. A mio parere anche qualcosa degli Osanna de L'uomo affiorava, ma il disco funziona bene tutt'oggi per le ottime arie che seppe costruire, palesando lo spessore della personalità in seno alla band.
Ovviamente concettuale e psico-filosofico, il flusso di Io non so da dove vengo pesca in qua è in là dai Jethro Tull, a causa del fiato, ma neanche in maniera pedissequa come sosteneva il bassista interpellato in un amarcord qualche anno fa. A mio parere anche qualcosa degli Osanna de L'uomo affiorava, ma il disco funziona bene tutt'oggi per le ottime arie che seppe costruire, palesando lo spessore della personalità in seno alla band.
Che si sciolse dopo un furto di strumentazione e la distruzione del furgoncino di servizio. Anni difficili in Italia, i '70.
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