domenica 4 maggio 2014

Robert Wyatt - '68 (2013)


Non è poi tutta questa reliquia che si dipinge, '68, ma per i wyattiani duri e puri è sempre una bella roba. Sono 4 pezzi accomunati dalla sorgente, ovvero che furono registrati a Los Angeles durante il suo soggiorno solitario. Non sono tutti inediti: il famigerato Slow walkin' talk è più celebre a causa del fatto che Hendrix ci suonò il basso, ma era nota da 20 anni (la raccolta Flotsam Jetsam) e non è certo fra le canzoni più memorabili che abbia composto. Chelsea invece è inedita e sembra una pallida imitazione di A certain kind, quindi va bene per i completisti incalliti.
A me vanno meglio gli altri due titoli in scaletta: c'è una prima versione di Moon In June che denota l'incertezza della creazione della storia della musica, il testo non è quello definitivo, la registrazione è precaria e chi ha compilato l'ha fusa con la parte finale registrata insieme ad Hopper e Ratledge l'anno successivo (da quando il primo attacca il fuzz, per intenderci). Insomma, le premesse non sono delle migliori ma chi conosce questi 20 minuti a memoria avrà di che godere (e mi capisce).
Rivmic melodies è il pezzo di maggior interesse. Trattasi di una forma primitiva del lato A di Vol. 2 dei Soft Machine: non si avevano dubbi che Wyatt avesse tutto in testa, ma non si sapeva che dopo la prima lettura serrata dell'alfabeto, e cioè al posto di Hibou, Anemone and Bear, pensasse a 3/4 minuti di batteria e la sua voce che declama di nuovo tutte le lettere in un flusso scat di assoluta libertà. Evidentemente Ratledge cassò la sequenza in sede di stesura dell'album, mi vien da pensare. Per il resto anche qui la forma è grezza e certi passaggi differenti dalla versione definitiva, ma il documento resta di quelli importanti.

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