Potrebbe essere una via alternativa al progressive moderno, la formula creata da queste due ragazze canadesi di cui una di chiara origine asiatica. L'eredità culturale della terra di provenienza (Giappone?) si fonde con un identità psichedelico-melodica di mirabile impatto, con puntate energetiche fino a lambire lo stoner-rock. La voce, cristallina e acuta, non può non ricordare il famigerato j-pop che può esser giunto alle nostre orecchie in qualche ristorante asiatico, o come sottofondo a qualche cartone animato giapponese.
Il risultato è quasi commovente, perchè le ragazze hanno anche talento compositivo: dopo un minuto di raccoglimento cosmico, la malinconica Queens fiorisce in tutto il suo splendore e viene raddoppiata da Oak of Guernica, un casuale incidente fra i primi Slowdive e i Porcupine Tree di Up the downstairs.
Il cantato in lingua d'origine di Reverse crystal / Murder of a spider stride fortemente con il supporto stoner, per poi evolversi in una solenne levitazione astrale. Il disco riserva una sorpresa dopo l'altra, perchè la seconda metà è l'opposto della prima: il motorik incessante di Hoski Neko, la brutale esplosione di A star over Pureland e l'hard-prog di Crystal Fortress chiudono in crescendo un piccolo capolavoro di globalizzazione musicale.
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