lunedì 19 maggio 2014

Zs - New Slaves (2010)

Avamposto dell'avanguardia free-noise, i newyorkesi Zs sono uno di quei gruppi che ascolti, riascolti, assimili, magari li digerisci anche ma poi c'è sempre qualcosa che ti sfugge, che non riesci ad inquadrare.
Qualcosa a metà strada fra gli Aufgehoben e i Black Dice: dei primi hanno l'impeto free e fragoroso alternato a pause sconcertanti, dei secondi hanno l'attitudine di rimasticamento globale e le intrusioni elettroniche. Il sax, che raramente si sente col suo suono naturale, è lo strumento guida di questo serpente impazzito che da dove lo prendi ti sguscia via. La chitarra sferza stridente ed acidissima, le percussioni assecondano le strutture rovinose con una maestria che non è così ovvio riscontrare.
La title-track si protrae per 21 minuti in preda ad una unica, colossale convulsione meccanica. La Black Crown Ceremony invece si distende lungo 20 minuti di sinistre stagnazioni. Questi sono gli estremi di New slaves, all'interno di cui sorgono altre questioni di impossibile risoluzione. 
Super-originali.

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