Interessante band americana che cerca di bilanciare metal, post-rock, tecnicismo e progressive senza risultare pacchiana nè narcisistica.
L'apertura di Mirrors of blessed miracles (11 minuti) è fuorviante di come si sviluppa il disco: una girandola in classico stile prog-metal, con i chitarroni dominanti ed una ritmica dispari, di alto tasso tecnico. A parte un breve break di calma a metà strada, resta il meno interessante della lista, sospeso in un maelstrom di piroette acrobatiche un po' abusate.
Star Ocean (16 minuti) migliora decisamente le sorti. Se la complessità delle partiture può chiamare in causa il progressive, l'influenza che odo maggiormente è quella delle zone louisvilliane e dintorni e prosecutori. Qualcuno si ricorda di Engine Kid e A Minor Forest? Furono band che a metà '90s presero la lezione innovativa degli Slint e la fecero invadere dai loro retroterra metallari. I ZP rincarano la dose ed articolano due specie di suite (The Avian Magi, 12 minuti) che suonano molto terrene vista la possenza della strumentazione ma sanno essere cerebrali al tempo stesso. Bravi.
Mi piacciono parecchio.
RispondiEliminaTi ho citato a proposito di Pop Group: non sapevo che scrivere ...
Onorato!
RispondiElimina