martedì 14 settembre 2010

Forever Einstein - Artificial Horizon (1990)

Un'immagine che lascerebbe sperare ben poco, quella dei FE, ma che in realtà nasconde tre abilissimi strumentisti a cui importa soltanto suonare, divertendosi e perchè no? divertendo, dato che Artificial Horizon è un dischetto godibilissimo in cui l'alto tasso tecnico si sposa alla perfezione con le ondulazioni di emotività di questi 17 quadretti eclettici. Inevitabile che fossero assoldati dalla Cuneiform, forse la leader mondiale di una vasta gamma di espressioni di questo tipo di art in opposition.
Il leader è il chitarrista/pianista Vrtacek, coadiuvato dagli ottimi Sichel al basso e Roulat alla batteria. Interamente strumentale, la musica dei FE contiene un filtro intelligentissimo: pesca a piene mani dal jazz ma ne condensa idee melodiche con costruzioni cognitive (esempio, le bellissime Swimming Lessons, The iron booty of stupidity), evita qualsiasi distacco accademico e lunghezze chilometriche per mantenere alta l'attenzione.
Non è neanche tanto importante l'esecuzione perfetta delle partiture arzigogolate quando c'è una discreta varietà di temi: dalle meditative pieces per piano a certi fuorvianti scatti di aggressività ai limiti dell'heavy metal, dai surf cabarettistici (irresistibile Electric pants) a stacchetti di vaudeville demenziale, il tutto anche mixato all'interno dello stesso pezzo.
Altro che artificiali...

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