giovedì 16 settembre 2010

Simone Giacomini - Works 2010

SG è un ragazzo romano di stanza in Olanda con cui ho scambiato qualche commento qui su TM e che invidio non poco perchè vide i God Machine dal vivo nel 1993. Dopo qualche chiacchiera si è smascherato e mi ha indirizzato sul suo ReverbNation, dove si può assaggiare un po' della sua musica. Entusiasta, gli ho chiesto di farmi avere una sua antologia, non tanto per farne un post ma prima di tutto per il piacere di ascoltarla.
Innanzitutto, l'importante background: inizia studiando pianoforte, cresce chitarrista e matura musicista elettronico. Ad oggi potrei dire che ha raccolto questi tre elementi in un tutt'uno e con ottimi risultati, a mio parere.
Ho detto antologia perchè SG non fa dischi.
Col passare degli anni ha trovato lo sbocco della sua creatività come supporto a diverse arti come la danza, il teatro, i film muti, le installazioni, etc, il che lo ha portato a vivere attualmente in Olanda. Ma secondo me questa è musica che viaggia e sta perfettamente in piedi da sola.
Seriosi sinfonismi su beat elettronici come Sad beauty 1 e Suspended 1 sono struggenti digressioni strappalacrime. An indian occasion è un evocativa sarabanda di percussioni digitali su motivo esotico. Vele 1 è un tenebroso e sporco residuo galattico, prontamente doppiato dal suo contraltare edulcorato di Yada 1.Le pieces più ambientali sono bellissime: Birds 1 è una stratificazione epica che inizia con un delicato arpeggio chitarristico, seguono onde di fiati tenui, frasi di organo (o synth), poi strumming di chitarra energico e infine anche la ritmica, fino al deragliamento finale.
Tengo per ultimi i miei due pezzi preferiti: Torches è un brivido sottopelle. Un drone in technicolour dalla tensione spasmodica, che viene rilasciata periodicamente con una graffiata siderale (credo sia ancora chitarra), fino a raggiungere uno stato di ipnosi allucinatoria.
Out there è scandito da un movimentato ritmo meccanico, pian piano si sente salire un duello fra la chitarra e (credo!) un violoncello, che incrociano i legni in un patto d'acciaio di rarissima bellezza.
Parlando di cervelli in fuga, (un tema purtroppo sempre più attuale, ma qui traslandolo sulla musica), chi può dire che non abbiamo un moderno Piovani in erba che vive in Olanda per continuare la sua missione? Sue parole testuali, "è impagabile (si parlava di lavorare facendo la propria musica in giro per l'Europa) anche se in realtà non ci penso quasi più è semplicemente quello che faccio, la mia vita, si pensa sempre alla musica come a qualcosa di astratto e impalpabile ma è un mestiere che si vive in maniera semplice, non è genio e ispirazione divina ma piuttosto artigianato conoscenza consapevolezza."
Buon lavoro!

(Il suo sito)

2 commenti:

  1. ...Simone è una persona eccezionale e un musicista straordinario! La sua sensibilità musicale è inscindibile dalla sua passione per la vita e la sua curiosità verso il mondo circostante e le persone che lo abitano! Senza nulla togliere a Piovani, il maestro se lo sogna un talento del genere! :-)

    Ludovica

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  2. bè non esageriamo...
    ho sentito e apprezzato, ma dire che piovani si sogna un talento del genere è appena appena un pò esagerato.
    poi a livello personale è un altro discorso che non riguarda il suo ruolo da musicista...
    comunque gran bei pezzi e bel post webba, fai bene a diffondere musica che sarebbe difficile conoscere altrimenti.
    mauro

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