lunedì 13 settembre 2010

Flipper - Blow'n Chunks (1984)

Fin troppo logico immaginare che dal vivo fossero ancor più disastrati e rumorosi, il che è tutto un dire. In fondo erano i tempi di Gone fishin' e lo sbrago eroinomane di Shatter & co. era giunto ad un livello di estremo degrado. Non era neanche più una deviazione estremista di hardcore, era diventato un marciume sonoro in cui la voce abrasiva era il lamento di un pazzoide faccia al muro.
L'epica Way of the world apre col suo riff esaltante ed è uno dei pochi momenti di (presunta) lucida energia, perchè da lì in poi saranno dolori. Il lento fangoso gotico di The light, the sound, le risate sguaiate della delirante Ha ha ha, gli stordimenti beffardi di In your arms, Life is cheap, In life my friend, fino alla chiusura di Get away, sono cunicoli inestricabili di rumore compresso, con i due bassi a sommergere tutto, rintronare come bulldozer, in un insieme fondamentalmente scordato e drogato.
Forse a quei tempi era qualcosa che non si era mai sentito, era pura immondizia sonora, e fu influente di brutto su tanto noise che verrà anni dopo.

1 commento:

  1. A proposito di immondizia sonora....dal letame nascon i fior!!
    :-)

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