martedì 20 settembre 2011

Jah Wobble - Deep Space (1999)

Confesso di essere un po' indietro su Wobble. Sono molto legato alle sue prime produzioni, Betrayal e Bedroom album, che adoro, ma poi come spesso succede tendo a diffidare di chi inonda il mercato con decine e decine di dischi. Sull'ultimo Blow Up c'è un lunghissimo servizio di Zingales che li passa praticamente tutti, così ho deciso di pescare uno dei consigliati di metà carriera, e devo dire che ne valeva la pena, specialmente per la prima parte.
The immanent è un immagignifica immersione di 13 minuti nell'oceano dell'ambient-dub e della psichedelia più etnica, perseguita dai metafisici 12 di The trascendent che tiene fede al titolo. Il basso di Wobble, umile leader, tiene la guida senza mai salire sopra le righe, neanche quando è pronunciato e bombato in Disks, Winds And Veiling Curtains. Splendido il mantra celtico di Funeral March, per cornamuse, percussioni e bordoni d'organo impenetrabili.
Il dub-beat elettronico di Girl Amazed, con voci femminili in sottofondo e la tiritera di fiati sintetici di Debussy turning to his friend chiudono in tono un po' minore, ma Deep space resta comunque un gran bel trip.

3 commenti:

  1. ascoltati,se già non lo conosci,radioaxion,l'album con Laswell..ciao carissimo

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  2. sorry, but the link is mid-broken ! Can you upload again ?

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