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In dotazione 4 strumentali atmo-melanconici di durata fra i 12 e i 20 minuti cadauno, un violino in line-up, e 1 + 1 fa 2. Tutto porta a sospettare che l'influenza maggiore degli YH siano i Godspeed, e tutto diventa una certezza all'ascolto del disco.
Ma trattasi di uno dei quei casi (rari) in cui è tale la bravura intrinseca della band che si riesce a far dimenticare le similitudini. Ad alcuni attenti e graditi ascolti, si può cogliere una differenza importante: al cospetto della heavy magnificenza dei canadesi, gli YH contrappongono un'attitudine più trasognata, più cameristica anche nelle fasi serrate. Ogni suite è complessa e strutturata in tante fasi diverse, con un lavoro di arrangiamento curato e funzionale ai sentimenti che tende ad esalare. A partire dall'inizio commovente di Dash and blast fino al capolavoro avvincente e programmatico di Illuminate my heart, darling!, il disco è un abbraccio avviluppante che riscalda e rinfranca.
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